L’ammortamento di automezzi nello stato patrimoniale rappresenta “il processo tecnico contabile di ripartizione dei costi pluriennali in costi d’esercizio secondo il principio di competenza economica” ricorda Gianluigi Rosafio nel suo blog a Taurisano. Come gli automezzi, sia i beni materiali che immateriali sono soggetti ad ammortamento. Ogni indicazione legislativa sulla procedura di ammortamento è rintracciabile nel Codice Civile, precisamente nell’articolo 2426. Quest’ultimo, infatti, parlando dell’ammortamento nello stato patrimoniale afferma: “il costo delle immobilizzazioni, materiali e immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione”. Il legislatore ha usato la parola “sistematicamente” perché intendeva dire che per ogni fonte di reddito è necessario mettere a punto il piano di ammortamento di riferimento. Invece, continua da Taurisano Gianluigi Rosafio, con la denominazione “residua possibilità di utilizzazione” si fa riferimento al valore residuo o contabile di ogni fonte di reddito. Con valore residuo o contabile si fa riferimento al valore assunto dal bene in seguito all’ammortamento e si calcola effettuando una sottrazione tra il costo sostenuto all’acquisto ed il fondo ammortamento.

Come Fare un Buon Piano di Ammortamento

Per realizzare un piano di ammortamento degli automezzi nello stato patrimoniale è necessario calcolare due valore importanti: il valore da ammortizzare e il criterio di ammortamento. Il valore da ammortizzare si ottiene sottraendo al costo di acquisto il valore di presunto realizzo. Quest’ultimo viene posto come pari a zero perché, in genere, le aziende effettuano l’acquisto di una fonte di reddito per effettuarne l’impiego nel processo produttivo, ma gli stessi vengono poi dismessi una volta che il loro utilizzo darà terminato. I criteri di ammortamento possono suddiversi in due categorie: criteri economici, se vanno a calcolare il reale valore residuo della fonte di reddito.

Gianluigi Rosafio su fonte di reddito in partecipazione

Questo calcolo è molto complesso; criteri matematici, se l’ammortamento viene calcolato moltiplicando il costo di acquisto per una percentuale di ammortamento, definita anche “aliquota” o “coefficiente di ammortamento”. In particolare, le aliquote di ammortamento si modificano in base alla tipologia della fonte di reddito presa in considerazione e al comparto di attività dell’azienda. Più precisamente, l’aliquota di ammortamento per gli automezzi in uno stato patrimoniale oscilla tra il 12% e il 20%. Il fondo ammortamento degli automezzi nello stato patrimoniale è un debito per l’azienda; proprio per questo motivo, esso deve essere riportato nella voce del “passivo” dello stato patrimoniale stesso, in corrispondenza dell’Avere. Al contrario, l’ammortamento rappresenta un costo, più precisamente un “costo di competenza” di quel particolare esercizio e va riportato nel conto economico, sotto la voce “Costi”, nella sezione del “Dare”. Tuttavia, l’ammortamento degli automezzi sullo stato patrimoniale rappresenta un costo cosiddetto “figurativo”; proprio per questo motivo, non comporta la corresponsione effettiva di una quota di soldi e non c’è la necessità di effettuarne la registrazione sul “mastrino Cassa”. Infatti, la sua registrazione va riportata unicamente tra le voci “immobilizzazione”, “ammortamento” e “fondo ammortamento”.

 

 

 

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